Tra tecnologia avanzata e nuovi modelli di business: tutti i segreti di Gualini, re della lamiera - industria italiana

2022-12-08 10:30:16 By : Mabino Lin

Un modello di business che si rinnova continuamente, con un alleato di spicco: la tecnologia avanzata. È la fotografia di Gualini Lamiere International, fondata nel 1956 dal cavalier Lorenzo Gualini e guidata oggi dalla figlia, il ceo Miriam Gualini. L’azienda (18,9 milioni di euro di fatturato nel 2021) ha sede nella provincia orientale di Bergamo, precisamente a Bolgare, la seconda area manifatturiera d’Europa (dopo la vicinissima Brescia). Nei 50mila mq della sua struttura, di cui 20mila coperti, Gualini produce componenti critici in lamiera per clienti in settori diversi, dalla difesa, alla meccanica, all’energia rinnovabile, all’automotive.

Clienti che hanno i nomi di Leonardo, Fincantieri, Liebher e Leitner. «La maggior parte sono big corp italiane ma i componenti spesso finiscono all’estero – dice a Industria Italiana Marco Travella, project manager e responsabile dell’innovazione – Abbiamo clienti anche in Europa, una presenza in Germania, Francia e Austria e Paesi Bassi con rappresentanti. Il nostro mercato principale è comunque nel raggio di mille km da Bergamo, perché le lamiere devono essere assemblate».

Le attività su cui si basa il business sono principalmente due: quella di centro servizi per lavorazioni taglio, piegatura e meccanica di componenti metallici e per la saldatura robotizzata; e quella di general contractor per componenti critici per vari mercati (defence, eolico, oil & gas, infrastrutture). Da un punto di vista produttivo, l’azienda è caratterizzata per reparto (job shop) e tipicamente lavora a commessa singola. «Partiamo da acciaio al carbonio e acciaio inossidabile per costruire componenti critici per il settore militare, per l’industria chimica, l’automotive e per la meccanica – spiega Travella – Non creiamo strutture complete, ma realizziamo i componenti e li ottimizziamo per i nostri clienti». Il fatturato del 2021 si è attestato a 18,9 milioni di euro, il +15% sul 2020, le risorse sono 75 e in programma ci sono nuove assunzioni, almeno 4 entro fine anno.

«Abbiamo reparti di taglio che consentono di tagliare lamiere fino a 20 metri, con diverse tecnologie, dal laser in fibra, al CO2 fino al taglio plasma. E reparti di piegatura con una delle presso piegatrici più grandi d’Europa, da 16 metri e 2500 tonnellate. Infine abbiamo aree di saldatura robotizzata e sabbiatura e verniciatura. Insomma, copriamo l’intera filiera e offriamo l’intero ciclo produttivo ma anche singole fasi di lavorazione. Ovviamente lavoriamo conto terzi su commessa e su progetto insieme al cliente che spesso ci racconta un’esigenza – che non sa neppure come realizzare – e noi studiamo una soluzione ad hoc. Altre volte reingegnerizziamo prodotti per esempio nella costruzione di macchine, con materiali o processi più efficaci. Per policy aziendale offriamo sempre due alternative: il componente costruito secondo le specifiche del cliente e la nostra proposta più efficiente e economica. In questo modo riusciamo spesso a convincere i clienti a innovare».

Le lavorazioni di cui Gualini si è occupata sono le più disparate, perché la lamiera, com’è facile immaginare è all’interno di molti, per non dire tutti i manufatti industriali. Gualini ha partecipato alla ricostruzione del Ponte Morandi, in un settore che le è familiare. E ha una forte specializzazione nella realizzazione di componenti e sistemi meccanici completi per macchine movimento terra, gru portuali, gru navali, macchine per industria edile e per la cantieristica. A inizio anni 2000 è entrata nel settore del trasporto navale con la costruzione di sistemi e sottosistemi strutturali ad alto contenuto tecnologico. Ancora, Gualini progetta e produce pali poligonali, e relativi sistemi e accessori, che vengono impiegati nei settori delle telecomunicazioni, trasmissione energia, illuminazione ed energia eolica. I pali in lamiera piegata vengono prodotti utilizzando tutti i materiali previsti per queste applicazioni: dal classico acciaio al carbonio, agli acciai altoresistenziali con spessori che possono variare da 4 a 45 mm senza alcuna limitazione su altezze e diametri.

Ma le competenze e le tecnologie disponibili in fabbrica, hanno reso possibile a Gualini realizzare anche lastre antimina, che si deformano e assorbono l’onda d’urto dell’esplosione e salvano la vita a chi si imbatte nella mina. Al di là della singola lavorazione, rileva la filosofia che è quella di cavalcare, sempre, le novità e aggiornare continuamente macchine e tecnologie assumendosi il rischio di accettare commesse sempre diverse e di fare cose mai fatte prima: «per esempio una galleria a Rotterdam nel 2006, scubber (impianti di depurazione, ndr) e traghetti: partendo da zero e applicando in maniera originale le competenze e le tecnologie che abbiamo in casa».

L’azienda nasce nel 1956 da una antica tradizione di carpenteria metallica: gli antenati di Lorenzo Gualini ferravano i cavalli e lui iniziò dedicandosi alle industrie nuove del territorio: produttori di cancelli o di aratri. «Con l’espansione industriale dell’area le cose sono cambiate e uno dei fattori di successo è stato fin da subito capire come la tecnologia potesse aiutare a servire il mercato con prodotti di cui c’era bisogno», dice Travella. E il futuro di questa azienda è racchiuso nelle parole del fondatore che alcuni decenni fa credeva che «un centro servizi ha senso di esistere se mette a disposizione del cliente servizi evoluti e le tecnologie migliori». «Questo è sempre valido ed è ciò che ci ha consentito di evolvere nel tempo e di stare dietro ai cambiamenti del mercato. Lorenzo Gualini lavorava per i produttori di aratri e cancelli. Oggi facciamo componenti per pannelli solari, per il settore eolico, per le macchine, per la difesa. Ma la mentalità è sempre la stessa. Lo sviluppo dell’azienda sarà nel continuare a investire in macchine avanzate sempre più evolute per ridurre gli scarti, sia per pressature sia per tagli sempre più precise e perfette».

Un impegno che è valso in tempi recenti alcuni riconoscimenti di valore. Per esempio, Gualini è stata premiata come Factory of the future nell’ambito dello scan di Adma, il modello europeo (sponsorizzato da Afil L’associazione fabbrica intelligente della Lombardia) per accompagnare le pmi verso un modello di smart factoring. Adma analizza sette dimensioni, per ciascuna assegna un punteggio e propone miglioramenti che spingano la digitalizzazione. Le dimensioni sono la presenza di tecnologie per la produzione avanzata, lo stato di avanzamento verso la fabbrica digitale; un modello di Ingegnerizzazione che pone al centro le esigenze del cliente, la centralità dell’uomo nell’organizzazione, la dimensione della sostenibilità, la presenza di un progetto di Smart Manufacturing e l’orientamento alla Value Chain e alla Open Innovation.

«Abbiamo ottenuto – racconta Travella – punteggi elevatissimi in sei delle sette dimensioni e che ci ha fatto aprire gli occhi sull’unica dimensione per cui eravamo qualche passo indietro – quella della sostenibilità. Lavoriamo materiali metallici che rappresentano il 96% della nostra produzione ed è vero che possono essere riciclati all’infinito e dunque gli scarti possono essere recuperati e riusati, ma l’ideale sarebbe non produrre scarti o ridurli al minimo. Quindi stiamo sviluppando un algoritmo intelligente per la gestione delle lamiere e la riduzione degli sprechi». Una singola lamiera può contenere anche 300 componenti diversi e Gualini Lamiere trasforma 30 lamiere al giorno. «Il nostro scarto attuale è 12-13% che è un buon risultato – afferma Travella – ma la possibilità di calcolare in fretta e in automatico lo miglior combinazione per minimizzare gli scarti ci aiuterebbe a migliorare». D’altronde nessun cliente vorrebbe pagare il 13% in più per il suo componente. Le dimensioni rispetto a cui Gualini è risultata eccellente sono invece quelle della human centricity e tutte le sotto sezioni della digitalizzazione.

«Si tratta a ben vedere – dice Travella – di due facce della stessa medaglia. Per noi il personale specializzato è centrale e in un’area a elevato tasso di industrializzazione e con una disoccupazione molto inferiore a quella media nazionale, trovare figure specialistiche è sempre più complesso. Così cerchiamo in tutti i modi di semplificare il loro lavoro attraverso la digitalizzazione e creare le condizioni per favorire la permanenza di tutti i nostri collaboratori. La digitalizzazione ci può aiutare in questo senso, liberando le persone dalle mansioni più ripetitive e faticose e migliorando la qualità del loro lavoro. per esempio, controlli e programmazione da remoto riducono il margine di errore e semplificano il lavoro degli operatori». Un progetto specifico per la digitalizzazione del controllo delle operazioni di saldatura è già attivo sulla linea. Un secondo progetto ha portato all’introduzione di un cobot che tramite sensorizzazione e programmazione intuitiva per dimostrazione da parte dell’operatore, ne esegue gli ordini. «Non ci sono linguaggi, super software da applicare – dice Travella – la possibilità di usare questa tecnologica senza avere competenze specifiche è un valore aggiunto che sopperisce alla carenza di personale iper specializzato. E abbiamo scoperto sul campo che la consapevolezza che l’introduzione di queste tecnologie migliori la qualità del lavoro, abbatte completamente le resistenze degli operatori a cambiare il modo di lavorare o ad acquisire competenze nuove e digitali».

Un problema del genere di produzione che fa Gualini è la logistica di magazzino. Poiché la produzione si focalizza su pezzi di grandi dimensioni è complessissimo tracciarli. «Il problema del magazzino è stato affrontato nel tempo con diversi sistemi di etichettature ma nessuno efficace – dice Travella – Le nostre lamiere hanno dimensioni fino a 12 metri per due, e sono disposte in 6 pile sino a 50 lamiere ciascuna: per individuare il pezzo corretto da avviare alla spedizione, finora ci si è affidati alla memoria dell’operatore. Diventa un costo se l’operatore si trova costretto a spostare intere pile di lamiera inutilmente. Per muovere una sola pila si parla di 3-4 ore di lavoro con tutti i rischi connessi». Dunque il progetto di Gualini, realizzato in tandem con Txt, si basa sul posizionamento di telecamere che analizzino in tempo reale l’evoluzione di queste pile di lamiere e le traccino. Per realizzare le sue innovazioni, Gualini che è una pmi con risorse limitate, ha dunque percorso la strada della collaborazione con soggetti istituzionali come Afil e Intellimech, che hanno consentito di «interfacciarci con partner che fossero corporate, Dih, centri di ricerca, e a partecipare a bandi europei a cui altrimenti non avremmo avuto accesso. Oggi invece ci siamo trovati a presentarci in Commissione europea a proporre di semplificare le procedure perché i fondi dell’Ue servano realmente a fare trasferimento tecnologico verso le pmi, eliminando paletti e ostacoli di tipo burocratico».

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